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L’API SCRIVE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RENZI - “BASTA ALLE GARE D’APPALTO A SORTEGGIO”

FACCIAMO RIPARTIRE IL PAESE ASCOLTANDO LA VOCE DELLE IMPRESE CHE DANNO LAVORO

Il Presidente dell’API Gianmario Mandrini scrive al Presidente del Consiglio Renzi, una lettera voluta all’unanimità dal Collegio Costruttori dell’API, per difendere il “diritto al lavoro” sancito dalla Costituzione.
E’ un atto dovuto – commenta Davide Bellè Presidente del Collegio Costruttori dell’API – in difesa del diritto al lavoro che non può passare per un “sorteggio”.
Gli edili dell’API contestano il metodo adottato dall’Amministrazione comunale di Novara e non solo, perché risulta che tale metodo è applicato anche in altri comuni dei Territori di Novara, VCO e Vercelli.
Le Amministrazioni e le forze politiche in generale hanno il preciso dovere di ascoltare le imprese che danno lavoro ai cittadini – continua Bellè – vogliamo far ripartire l’economia e il manifatturiero – aggiunge Paola Pansini Direttore API – e a tal proposito chiediamo al Presidente del Consiglio Renzi di venire a Novara ad incontrarci personalmente e a sentire le serie e concrete proposte di una parte di Piemonte che vuole solo lavorare e costruire un’Italia migliore.
Da questa parte di Piemonte può ripartire il manifatturiero delle PMI – conclude il Presidente dell’API Mandrini.

Di seguito il testo della lettera inviata al Presidente del Consiglio Renzi.

Spett.le
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Palazzo Chigi
Piazza Colonna 370
00187 ROMA

c.a. Presidente del Consiglio dei Ministri
       Dr. Matteo Renzi

Prot.348/GM/PN
 
Novara, 30 luglio 2014


    Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri,

    la nostra Associazione, presente sul Territorio dal 1953, annovera al suo interno quasi 600 piccole e medie industrie per oltre 13.000 addetti e il nostro fiore all’occhiello è costituito dal Collegio Costruttori che raccoglie oltre 120 imprese operanti nella filiera delle costruzioni.

    Quest’ultimo, malgrado la crisi, dà lavoro sul Territorio – tra addetti diretti e l’indotto – a oltre 4.000 famiglie e ad oggi, Ill.mo Sig. Presidente, siamo costretti a scriverLe per chiederLe di prestare la dovuta e giusta attenzione alle nostre imprese e soprattutto alle famiglie.

    La nostra Associazione si è sempre contraddistinta per la tenacia, la proattività e la rappresentanza a difesa di un diritto inviolabile: “il diritto al lavoro” sancito dalla nostra stessa Costituzione.

    Nel giugno 2012 facemmo una “marcia silente” degli imprenditori sfilando per le vie del centro storico della città di Novara (sede storica della nostra Associazione), eravamo oltre 300 imprenditori e manifestammo in modo silenzioso contro la crisi, inviando contestualmente un serio “Manifesto” all’allora Governo Monti (che non ci ha mai dato alcuna risposta!) contenente le istanze delle PMI per rilanciare la ripresa del Paese e dell’economia (All.1).

    A livello Territoriale siamo voce ascoltata, in quanto determinati dalla passione e dalla volontà, attraverso azioni concrete, a difendere le nostre imprese ed il nostro Territorio.

    Fatta questa premessa, ad oggi siamo sconcertati e delusi da comportamenti che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia del diritto e della libertà di fare impresa e della salvaguardia dei posti di lavoro e ci stupiamo della superficialità con cui spesso le Amministrazioni liquidano bisogni ed esigenze specifiche che darebbero opportunità alle imprese del Territorio di lavorare ed evidenziamo: “a costo zero per le Amministrazioni”.

E nello specifico:

    Il Comune di Novara guidato dal Sindaco Dr. Andrea Ballarè, in questi mesi, ha deciso di adottare, per gli appalti di lavori pubblici sottosoglia (sotto un milione di euro), il criterio del “sorteggio” per poter partecipare alle gare.

    In sintesi, benché diritto legittimo dell’Amministrazione comunale applicare questo criterio, tale metodo dà la possibilità, su 432 aziende iscritte all’elenco operatori economici per affidamenti diretti e procedure negoziate sottosoglia, a solo n. 20 aziende di poter partecipare e ciò perché fortunate nel terno al lotto legato al metodo del “sorteggio”.

    Precisiamo che l’Amministrazione comunale è stata, dal Presidente del nostro Collegio Costruttori Davide Bellè e dai suoi Consiglieri, incontrata in più occasioni spiegando con motivazioni tecniche ed oggettive che tale metodo è assolutamente inadeguato perché non permette alle aziende di poter gareggiare liberamente; ciò oltretutto in un periodo di perdurata crisi, dove le opere cantierabili sono limitate e quindi le imprese di costruzione valutano ogni possibilità di gara per poter continuare nell’attività, mantenendo inalterati gli organici e non ricorrendo alla cassa integrazione, ai licenziamenti per riduzione di lavoro o addirittura a drastiche chiusure aziendali.

    Non solo, Ill.mo Presidente, le nostre richieste tese a continuare ad applicare il metodo consueto di gara aperta a tutti gli operatori, iscritti all’elenco del Comune, non sono state accolte - oseremmo dire che in più di un’occasione siamo stati non accuratamente ascoltati, oltre che non capiti -, ma a fronte di una lettera scritta in data 5 giugno 2014 al Comune di Novara all’attenzione del Sindaco e del Vice-Sindaco e per conoscenza alle Prefetture, ai Sindaci, alle Organizzazioni Sindacali delle Province di Novara, VCO e Vercelli, e agli organi di stampa locali (copia allegata, All.2 – copia articolo de “La Stampa” del 7 giugno 2014, All.3) ad oggi non abbiamo neanche ricevuto formale risposta scritta alle nostre oltremisura motivate doglianze.

Probabilmente il tessuto economico delle imprese del Territorio e degli addetti in essa operanti non sono di interesse dell’Amministrazione locale.

    La passata Amministrazione comunale aveva anch’essa accennato al desiderio di adottare il criterio del “sorteggio”, sopra menzionato, ma sentite le motivazioni oggettive delle imprese del Territorio, e comprendendo le stesse, aveva abbandonato immediatamente tale malsano criterio.

    Ci spiace che dopo anni, in cui peraltro la crisi ha pesantemente colpito il settore, ci troviamo di fronte a un’Amministrazione “sorda” e che liquida le imprese (negli incontri verbali perché, come sopra detto, non ci è pervenuta alcuna risposta scritta) con motivazioni legate al mero risparmio in termini di tempistiche e non su basi economico/finanziarie, ciò in quanto i dipendenti della Pubblica Amministrazione, preposti alle attività tecniche, sono già pagati per farlo, senza costi aggiuntivi per le casse pubbliche, ed oltretutto va evidenziato che il risparmio previsto dall’Amministrazione comunale in termini di tempistiche non sempre è realizzabile, per due ordini di motivi:

1)    Le 20 aziende “sorteggiate” non necessariamente sono interessate a quella gara specifica, ciò perché magari vengono da molto lontano o non trovano riscontro in termini economici per partecipare alla gara, o la gara per la quale sono sorteggiati non costituisce attività prevalente della loro impresa (nota di natura tecnica: le imprese di costruzione spesso hanno attestazioni SOA di diverse categorie, oltre alla categoria prevalente, e sono obbligate ad averle perché, in molti casi, per concorrere ad una gara occorre avere più di una categoria e ciò non significa necessariamente partecipare a tutte le gare) con il rischio conseguente che la gara vada deserta.
Risultato: le aziende che potevano essere interessate, in quanto non fortunate nel “sorteggio”, sono pregiudicate dal poter partecipare e l’Amministrazione comunale ricomincia con il terno al lotto del “sorteggio” allungando inevitabilmente i tempi, e le aziende interessate a quella specifica gara, a loro volta, si affidano nuovamente alla fortuna di essere sorteggiati.

2)    Stante le precedenti considerazioni contenute nel punto 1, allungando inevitabilmente i tempi si rischia che i finanziamenti europei, regionali, etc., vengano revocati per il non rispetto delle tempistiche.

Risultato: le opere non vengono effettuate e si riducono i finanziamenti per il Territorio, con la conseguenza di ancor minori opere cantierabili, rendendo le aziende sempre più povere e il Territorio in forte degrado.

    Alla luce di tutte queste puntuali ed oggettive considerazioni e di altre ancora che potremmo farne, Ill.mo Presidente, non ci stupiamo quando apprendiamo dal “sole 24 ore” di lunedì 14 luglio u.s. che Novara è tra le prime città in Italia, insieme a Viterbo e Latina, ad avere la “MAGLIA NERA”.

Le chiediamo a piena voce di intervenire, non soltanto sulla problematica qui descritta, che rappresenta come può capire solo uno degli aspetti di un’Italia che stenta a crescere, ma mettendo in atto azioni necessarie, e per le quali il tempo è scaduto, capaci di far ridecollare il sistema delle nostre PMI, da sempre indicate come l’asse portante dell’economia, ma mai considerate davvero!

Lo domandiamo a Lei che è considerato l’uomo del cambiamento e della rottamazione di tutto ciò che non funziona, Lei che è stato Sindaco e che pertanto conosce le problematiche dei singoli Territori da vicino.

Non vogliamo, Ill.mo Presidente, che la nostra città e i Comuni della Provincia di Novara, VCO, Vercelli e della Valsesia affondino nell’oblio; ci siamo sempre contraddistinti negli anni passati per la capacità di fare impresa e vogliamo continuare a farla con l’onestà e la rettezza che ci hanno sempre contraddistinto.

    Siamo certi di una Sua risposta Presidente, Lei che è attento ai Territori, non si dimentichi di rispondere alla nostra missiva e, se ci crede, venga personalmente a Novara ad incontrarci e a sentire le serie e concrete proposte di una parte di Piemonte che vuole solo lavorare e costruire un’Italia migliore.

Da questa parte di Piemonte può ripartire il manifatturiero!
Lo dobbiamo alle nostre aziende, ai nostri operai e alle nostre famiglie!

    In attesa di un Suo cortese riscontro, La salutiamo cordialmente.

IL PRESIDENTE

Gianmario Mandrini

 
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